DALL’ALBA DI ANAFI AL TRAMONTO DI XEROCAMBOS
Giorno 1
L’alba è ancora lontana, ma nella piccola Anafi la sveglia suona presto, mancano pochi minuti alle 4 ed ecco che ci apprestiamo a caricare tutto nella nostra Pandina che lasceremo al porto, per salire poi sulla nostra amata traghettona. In perfetto orario la Prevelis compare dal nulla sul mare, quasi fosse invisibile fino a pochi secondi prima e dopo l’attracco in un attimo siamo già sul ponte più alto.
Appena fuori dal porto inizia a nascere il giorno che ci regala un’alba rosa stupenda che si trasforma presto in una giornata di sole bruciante. Alle 9 e poco più scendiamo a Sitia, finalmente ci siamoooooooo! Ritroviamo immediatamente la nostra tanto sognata aria cretese, e ci tuffiamo in un attimo nella colorata e vivissima Sitia, nel suo traffico, nel suo caos, nella vita di un giorno di mercato. Ci concediamo una lenta colazione sul lungomare, con mille gabbiani che planano sull’acqua e con un galaktobureko da urlo! Seduti sulle nostre sedie azzurre siamo storditi di gioia e con un ebete sorriso in faccia, complice il non aver praticamente dormito, ma soprattutto la felicità di essere finalmente qui. Abbandoniamo il nostro essere turisti per riappropriarci del nostro “essere a Creta”, godendoci con calma e tranquillità anche l’impatto caotico del girare la città fra le auto strombazzanti che ci passano accanto veloci.
Dopo una veloce spesa eccoci in direzione Xerocampos, ma anche questa volta ci fermiamo a Palekastro prima e a Zakros poi. Non abbiamo fretta, nessun tipo di “ansia prestazionale”. Ci sediamo al Kafeneio della piazzetta di Zakros, sedie di legno impagliate e tavolini un po’ sghembi con il piano in piastrelle che ogni giorno raccolgono le chiacchiere del paese, oggi anche le nostre. Nemmeno il tempo di sederci ed ecco che ci portano immediatamente acqua fresca e un sorriso di benvenuto; ordiniamo due frapè fra quattro chiacchiere e ci perdiamo ad ascoltare le cicale che sono in perenne attività e le tortore che tubano fra le foglie. Fa caldissimo! Decidiamo che è il momento di raggiungere la nostra metà, ci separano da lei pochi km che attraversano una natura verdeggiante di ulivi e bruciata dal sole, dove rocce coperte di timo fiorito lasciano spazio alle coltivazioni, intervallati da gruppi di arnie ronzanti e da caprette solitarie coraggiose che sfidano il sole per uno spuntino.
Arriviamo al paese con gli occhi pieni di quelle immagini che anche se non ci appartengono “di sangue” ormai fanno parte di noi, ci sediamo in taverna e sappiamo già cosa ordineremo: dakos, fiori si zucchina ripieni, insalata greca. Amore al primo morso. Arriviamo al nostro piccolo studios verandato immerso fra gli ulivi in pieno pomeriggio in un concerto di cicale. Sistemiamo le nostre cose e ci avviamo in spiaggia, la più vicina e comoda. Qui sono tutte splendide e una vale l’altra per andare a salutare questo spicchio di mar libico che non vedevamo da anni. E dopo un fresco bacio marino, mi sono stesa a e abbandonata sulla sabbia calda di sole, a guardare il cielo stinto di afa, che in questa zona proprio non mi era mai capitato di vedere. Mi sono addormentata, ed è stato il sonno più dolce degli ultimi mesi, con il mare che mi cantava la ninna nanna e la sabbia morbida a farmi da materasso.
E con una cena consegnata direttamente in studios, (abbiamo approfittato del servizio delivery perchè davvero stremati), abbiamo goduto della spettacolare entrata in scena della luna quasi piena con il suo argenteo abito splendente. Buona notte da Xerocampos Signore e Signori, dove il tempo smette di essere minuti e ore e diventa solo l’alternarsi di luce e buio.