COME COMBATTERE LA SINDROME DA LUNEDI’

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Stamattina ci si sposta…non so voi, ma io ho la sindrome da lunedì. Per me il primo giorno della settimana è sempre poco produttivo, sempre arrancante sullo sterrato che conduce alla nuova settimana. L’unica soluzione possibile è attivarmi in tempo zero, e così facciamo anche oggi. Cosa si fa oggi? Non so, vedremo! Dove dormiamo stasera? A pranzo ci fermiamo e cerchiamo una sistemazione…Questi i nostri discorsi e la nostra organizzazione perfetta durante il caffè della mattina. Salutiamo con un abbraccio la nostra stupenda amica che ci ha ospitati finora, che ci ha viziati e coccolati con tutto quello che potevamo desiderare, che ci ha inondati di affetto, che già mi manca non appena il cancello di casa si chiude. E via, verso nuovi indefiniti orizzonti. Facciamo la nostra canonica sosta al forno, amici cretesi voi sì che sapete rendermi felice! E così caffè, anevatà, pane alla cannella (tsoureki?siamo fuori periodo, ma il gusto è proprio quello )e una portokalopita da viaggio saltano in macchina con noi. Puntiamo Malia e la spiaggia di Potamos per andare a vedere il mare, in un luogo che ci ha stupiti e sorpresi, così torniamo lì, sotto la tamerice vicino alla cantina con Yannis che è sempre lui e canta sempre, mente serve gli avventori e chiacchiera con gli amici di passaggio, una commistione di lingue e discorsi che capiamo solo a pezzi, e sicuramente interpretiamo male. Ma così si costruiscono le storie. Da Malia ci dirigiamo verso Neapolis per la visita al Monastero di Kremasta. Non sono particolarmente religiosa, o meglio, lo sono a modo mio, ma a Creta mi sento decisamente avvicinata a quella dimensione di divino misticismo che altrove mi manca. E così, ecco che varchiamo il cancello di questo monastero gestito dalle suore, con una storia particolare alle spalle. Il monastero, dedicato agli Arcangeli Michele e Gabriele, è uno dei più antichi della zona set dell’isola, Fondato sotto il dominio veneziano nel 1593 e che, come molti altri, avrà un ruolo importantissimo nella resistenza ai turchi. Proprio qui, era presente una scuola segreta dove venivano tenute vive e protette la religione Ortodossa e le radici culturali del popolo cretese. Gli Arcangeli hanno protetto le vite di tante persone e hanno impedito che, nonostante i duri attacchi, il monastero cadesse in disuso. Questo accadrà purtroppo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il monastero cadrà in disuso e verrà dimenticato, fino a pochi anni fa, quando è tornato ad essere nuovamente attivo e pronto per scrivere una nuova pagina della sua storia secolare. Oggi, è gestito dalle suore, e che sia un monastero femminile lo si sente fin dal primo passo nel suo cortile. I monasteri femminili hanno un profumo diverso, inebriante, di rose e fiori. In un sole caldissimo saliamo la piccola scala che porta alla chiesa, che è ricchissima, con icone splendide e perfettamente conservate. Accanto alla Panagia ecco che compaiono gli Arcangeli con le loro spade levate. Fuori, guardando la vallata dalla terrazza sotto i pini mi scendono due lacrime, la bellezza dell’ubicazione di questi luoghi mistici, custodi di fede e di anime, mi commuove sempre e per qualche minuto rimango davvero senza fiato. Ci prendiamo il nostro tempo ammirando e pensando; varcati i cancelli e tornati al parcheggio sentiamo lo “strappo” di due mondi che si incontrano e si sovrappongono, ma che si percepiscono nettamente diversi. Da qui ci dirigiamo verso Exo Laconia, un piccolissimo paese che offre a chi ci passa una taverna spettacolare, bellissima, con una enorme bouganville, ma soprattutto con piatti ottimi! (Ci hanno insegnato che notoriamente a Creta si fa un bel pranzo e poi alla sera si sta leggeri…ecco, diciamo che questo stile di nutrizione ci rimane oscuro…amiamo troppo questa cucina!) Ordiniamo spanakopita, fava e maiale stufato con i porri, che arriverà accompagnato da una pantagruelica porzione di patatine fritte. L’unico problema di un pranzo in taverna si riassume in una parola: vespe! Tante, tantissime, fastidiose non invitate, che arrivano ronzanti in squadroni con armi appuntite. Risolviamo parzialmente il problema mettendo un pezzettino di carne su un piatto all’angolo del tavolo per lasciarlo a loro. Da qui decidiamo che arrivato il momento di avviarci verso un bel bagno! E così puntiamo in direzione Voulisma, una baia stupenda che ci piace moltissimo, e come a noi piace a tanti altri, quindi scendiamo lungo un bel sentiero nella piccola caletta appena dopo, dove ci stendiamo per pochi minuti su due lettini per un po’ di sole e poi via, a fare una bella nuotata, che durerà parecchio. Fondo di sabbia digradante dolcemente, nessuna corrente, niente vento, acqua stupenda, trasparente, cristallina, siamo fortunatissimi e non troviamo traccia delle microplastiche che a volte arrivano qui portate dalle correnti. Il posto ideale anche per i bambini, con una piccola cantina se dovesse venir improvvisamente sete. Aspettiamo qui il tramonto, e risaliamo il breve sentiero (10 minuti scarsi) con una luce perfetta. Quella che tanto cerchiamo e che tanto ci manca quando siamo lontani da quest’isola. Ora via verso Kavousi, dove ci attende la nostra camera immersa in un uliveto enorme, in una pace assoluta. Gli unici rumori che sentiamo sono lo scampanellio delle pecore e i grilli, tanti grilli. Ci attardiamo un po’ sul nostro balconcino e poi usciamo (tardi) per cena, non pensando che a ottobre inoltrato probabilmente non troveremo tutto aperto come in piena estate. Spinti dalla fretta, arriviamo a Pachia Ammos per cena e sbagliamo clamorosamente taverna. La nostra cena sarà la prima piccola delusione del nostro viaggio, ma piccola piccola, tanto che tornando a “casa” ce la ridiamo in macchina fra noi! Nota di colore e menzione di merito per il proprietario, gioviale cretese che ci porta le ordinazioni con sigaretta di ordinanza fra i denti ma che ci saluta con un bel sorriso. Stiamo un po’ sul nostro balconcino ad ammirare le stelle e ad ascoltare i suoni della notte. Un’altra giornata è finita, piena di belle cose e senza rimpianti. Creta ha il grande potere di farti apprezzare qualunque cosa, anche la più piccola, anche quella non perfetta. Buona notte in attesa della luna!

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